Scegliere un gruppo di continuità non è banale: ci sono molti fattori da prendere in considerazione per ottenere la protezione sperata.
L’energia è imprevedibile: basta un solo blackout in casa o in ufficio per causare danni più o meno seri a tutte le periferiche elettriche. Anche se si tratta di eventi piuttosto rari, può bastare una sola volta a farci rimpiangere di non aver preso una minima precauzione per proteggere i nostri dispositivi da queste evenienze.
Esistono sul mercato moltissime soluzioni per filtrare i picchi di energia elettrica: esistono da tempo, infatti, multiprese con una resistenza in grado di filtrare i picchi di energia. Tuttavia, alla prova dei fatti, molto spesso queste soluzioni si rivelano deboli o del tutto inefficaci soprattutto quando nella zona sono frequenti le interruzioni di energia elettrica. Inoltre, altro aspetto non trascurabile, a differenza di un laptop che è equipaggiato con una batteria ricaricabile, con un PC desktop o un server perderemo in ogni caso il nostro lavoro o rischiamo di danneggiare irreparabilmente l’hard disk o l’alimentatore.
Un gruppo di continuità, anche se economico, ci aiuta notevolmente a prevenire questi rischi: si tratta banalmente di un’unità esterna a cui connettere direttamente i nostri dispositivi informatici e che è dotato di una propria batteria ricaricabile, che entra in funzione in caso di interruzione di corrente. I vantaggi non si fermano qui: i modelli più evoluti sono in grado anche di regolare il flusso di energia elettrica resa dalla rete, prevenendo ogni possibile sovraccarico o picco di energia. Investendo poi qualche euro in più, possiamo sfruttare anche alcune caratteristiche interessanti di questi dispositivi, come lo spegnimento programmato del sistema operativo in caso di interruzione di corrente.
Vediamo quali sono gli elementi da prendere in considerazione, prima di acquistare un nuovo modello.
Di quante prese ho bisogno?
Il numero di prese di un UPS è fondamentale per proteggere adeguatamente le proprie periferiche. Nel modello della foto, le prese in alto (Battery Backup) sono effettivamente collegate alla batterie, mentre le prese in basso (Surge protection only) beneficiano solo della protezione dagli sbalzi di corrente.
Che si tratti di una multi presa con filtro di protezione o di un UPS, la prima cosa su cui dobbiamo riflettere è il numero di prese di corrente di cui dobbiamo disporre. In genere, è consigliabile prendere in considerazione modelli con almeno 2 prese, tanto per avere quella flessibilità necessaria per il futuro, anche se abbiamo bisogno di connettere un solo dispositivo.
Molti UPS forniscono almeno otto prese, ma occorre anche considerare quelle che sono effettivamente alimentate a batteria: infatti, a volte, vengono fornite delle prese che sono in grado di erogare energia solo quando l’UPS è effettivamente collegato alla presa elettrica. Il che può essere una valida agevolazione se non abbiamo bisogno di connettere tutti i dispositivi al gruppo di continuità, ma occorre cautela considerando le effettive esigenze di ogni singolo Device. Tanto per fare un esempio: possiamo collegare la multi funzione ad una presa non alimentata a batteria, mentre collegheremo monitor e PC a due potenziali prese alimentate a batteria.
Un consiglio utile è quello di connettere alle prese alimentate anche con la batteria eventuali router o switch necessari per connettersi a Internet o alla rete locale: questo vi consentirà di seguitare a lavorare senza interruzioni anche se avete lavori aperti su una applicazione in cloud.
Di quanta potenza avete bisogno?
Dopo aver stabilito di quante prese avete bisogno, dovrete avere un’idea precisa della potenza effettiva che l’unità UPS dovrà erogare qualora se ne vada via del tutto la corrente elettrica. È chiaro che se farete male i conti, l’autonomia attesa sarà molto inferiore e avrete a disposizione molto meno tempo magari per chiudere correttamente le operazioni che avete ancora in corso sul PC. Quali sono i componenti che consumano più energia? Sicuramente il monitor, poi immediatamente dopo il computer vero e proprio e poi tutte le altre periferiche. Poiché chiaramente la durata della batteria è condizionata dall’assorbimento di tutte queste periferiche eventualmente connesse, è bene evitare magari di connettere la stampante o altre periferiche inutili o non indispensabili all’UPS.
Con un semplice apparato, da interporre fra la presa elettrica e il cavo di collegamento, potete conoscere in tempo reale il consumo effettivo della periferica
Se volete fare un calcolo davvero preciso di quanto assorbano effettivamente le vostre periferiche, avrete bisogno di un wattimetro, un piccolo dispositivo che ha la forma di una comune presa elettrica dotata di un display LCD che è in grado di misurare l’energia effettivamente assorbita e mostrarla sullo schermo.
Quanto durerà la batteria?
Se avete letto con attenzione il paragrafo precedente, potrete immediatamente concludere che la durata della batteria è inversamente proporzionale al carico di potenza generato dai dispositivi collegati. In genere un UPS domestico o per piccoli uffici si acquista per avere un’autonomia di qualche minuto indispensabile per chiudere il PC se si sta lavorando in modo “garbato” (quindi salvando tutti i lavori aperti) o dare modo al software di gestione, di cui parlerò subito dopo, di spegnere in maniera corretta il server e magari eseguire una serie di operazioni indispensabili per non pregiudicare il corretto riavvio del server.
Ogni produttore comunque fornisce una stima della durata in base ad un carico massimo ipotizzato: un comune UPS, ad esempio, è in grado di alimentare circa 400W totali di potenza per una decina di minuti.
Tali valori comunque peggiorano nel corso del tempo: infatti, le prestazioni della batteria tendono a degradarsi progressivamente, fino a garantire un’autonomia di pochi secondi prima di spegnersi del tutto. In genere, comunque, viene fornito un indicatore che mostra lo stato di salute della batteria (indipendente dalla carica) e segnala quando è necessario provvedere alla sostituzione dell a batteria.
Di quali altre funzionalità ho bisogno?
Un buon UPS non è semplicemente un dispositivo a cui si collegano il PC e poche altre cose e funziona in caso di emergenza. Un buon gruppo di continuità di ultima generazione è in grado di erogare molti servizi utili e interessanti, che ne arricchiscono il corredo.
Oltre alla funzione più banale, che vi ho segnalato prima (spegnere in maniera corretta il sistema operativo), è possibile associare ad esempio una serie di task da eseguire prima di effettuare lo spegnimento del computer. È possibile anche mandare una serie di alert via email per avvisare magari il supporto tecnico di un ufficio.
Altre funzioni interessanti sono legate a tutte le indicazioni utili che possono visualizzare la diagnostica interna dell’UPS: il livello di salute e di carica della batteria, la potenza assorbita durante l’ultima interruzione di corrente, l’autonomia residua della batteria è così via.
Un’altra funzione utile (non software) è quella delle batterie sostituibili a caldo: certe unità consentono, infatti, in caso di assenza di corrente e all’approssimarsi dell’esaurimento della batteria principale, di cambiare a caldo la batteria principale (hot swappable battery).
Insomma, si tratta di funzioni non sempre necessarie ma che possono contribuire ad aumentare l’utilità dell’acquisto.
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Quanto conta la garanzia?
Un UPS anche di medio prezzo promette di proteggere dispositivi di un certo valore: spesso di centinaia se non di migliaia di euro. Alcuni produttori, se acquistate il prodotto attraverso i canali ufficiali della distribuzione italiana, aggiungono delle garanzie ulteriori all’unità. In caso di mancato funzionamento dell’UPS, infatti, pur con opportune limitazioni, prevedono un rimborso ulteriore in caso di danni provocati a tutte le unità connesse.
I termini della garanzia, ovviamente, cambiano da produttore a produttore, ma possono coprire anche danni rilevanti. Una delle componenti da valutare, quindi, in fase di scelta è proprio quella legata alle coperture di garanzie aggiuntive, che prescindano dalla mera garanzia legale del prodotto.
Un ultimo benefici, di sicuro interesse, è quello della garanzia duri coprire eventuali costi relativi al recupero dei dati: alcuni costruttori, come UPC, offrono anche servizi di questo tipo compresi nel periodo di copertura: non è da sottovalutare come opportunità.
Conclusioni
Avete già una unità UPS? Valutate se non è il caso di sostituirla: tenerla solo collegata alla corrente sperando che svolga il suo compito anche se le batterie sono completamente esauste è una speranza vana.
Se è il primo gruppo di continuità che intendete acquistare, valutate con attenzione tutte le osservazioni che vi ho riportato sopra: vi accorgerete che è un acquisto utile e più duraturo di quanto vi possiate immaginare.