sabato, Maggio 10, 2025
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Cos’è la SD Association?

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Lo standard per le memory card SD e le microSD è stato definito dalla SD Association. Si tratta di un consorzio creato nei primi anni 2000 da Panasonic, SanDisk e Toshiba per sviluppare e promuovere uno standard di memory card uniforme a livello industriale. Di base questa associazione fa in modo che che tutte le tecnologie legate a SD (Secure Digital) per i lettori, le card e i formati siano effettivamente compatibili: tutto questo si realizza attraverso una specifica certificazione di conformità.

Cos’è FAT, FAT32 e exFAT

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Photo by Lisa Fotios on Pexels.com

Se si immagina un supporto di memorizzazione dei dati come un blocco di spazio di archiviazione, ogni dispositivo che voglia leggere un file da questo blocco deve sapere dove un file comincia e dove finisce, deve essere in grado di trovare i dati in base al suo nome di file e percorso e deve anche esporre alcune informazioni fondamentali sui permessi di accesso, la data di memorizzazione del file, la data dell’ultima modifica e altro ancora. Il modo con cui i dati sono organizzati su di un dispositivo di memorizzazione è controllato dal file system. Ce ne sono diversi di file system e sono legati al tipo di sistema operativo impiegato dal dispositivo o PC: su Windows il file system più impiegato è NTFS, su OSX è HFS+ e su Linux, molto probabilmente, è ext4.

Se si va a ritroso nei primi anni ’70, si vedrà che Microsoft produsse la sua prima versione di file system denominata FAT (File Allocation Table). Era originariamente pensata per essere utilizzata su un floppy disk, anche se negli anni fu utilizzata anche su hard disk, DVD, pendrive USB e memory card (anche SD). Era il file system utilizzato di base da Windows e così è rimasto fino a Windows XP che ha invece iniziato a utilizzare NTFS.

Ci sono molte differenti varianti del file system FAT che si differenziano soprattutto per la dimensione della tabella di allocazione dei file e degli elementi memorizzati su di essa. Queste differenti variazioni sono riconoscibili attraverso il numero di bit che possono essere memorizzati in ogni posizione della tabella di allocazione. L’originale file system FAT consentiva di memorizzare 8 bit, ed è oggi conosciuto come FAT8. Poi successivamente venne introdotto il sistema FAT12 e il FAT16 utilizzato sopratutto nelle prime versioni di hard disk utilizzate da il PC AT di IBM. FAT32, invece, venne introdotto con Windows 95 OSR2, che supporta quindi 32bit di allocazione nella tavola di allocazione dei file.

Lo standard exFAT (Extended File Allocation Table) è un altro prodotto di Microsoft che nacque per sopperire ad alcune limitazioni tecniche di FAT32. Anche se quest’ultimo file system è ancora particolarmente utilizzato (perché compatibile a livello universale con praticamente qualsiasi sistema operativo esistente al mondo) e raccomandato per essere utilizzato sulle memory card SD e SDHC, ha una limitazione non di poco conto: supporta una dimensione massima dei file di 4Gb.

Anche se un file di 4Gb era inimmaginabile ai tempi di Windows 95 (pensiamo solo per fare un esempio alle dimensioni di un floppy disk, 1.44Mb, o alla capacità massima di un CDROM, 650Mb), le esigenze moderne di memorizzazione di video registrati in alta qualità ha del tutto moltiplicato le dimensioni dei file. Per sopperire a questo limite, Microsoft ha pensato di evolvere FAT32 e introdurre, per l’appunto, exFAT.

Quest’ultimo standard fu introdotto nel 2006 come parte integrante del sistema operativo Windows CE 6.0 (destinato ai palmari e altri dispositivi mobili). Consentiva la memorizzazione di file più grandi di 4Gb e fu adottato dalla SD Association come file system principale da utilizzare sulle memory card SDXC.

Ancora oggi, comunque, tutte le microSD e memory card SD di grandi dimensioni utilizzano di default exFAT come file system principale.

Poiché sia FAT32 che exFAT appartengono a Microsoft, che ne ha logicamente brevettato il funzionamento, questo è il motivo perché tutti i produttori OEM che decidano di impiegarli devono pagare le royalties a Microsoft, che sta quindi incassando miliardi di dollari proprio grazie alla vendita di smartphone e tablet Android.

Insomma, la decisione della SD Association è apparsa negli anni quanto meno singolare, dal momento che, da quel momento in poi, ogni smartphone, fotocamera digitale, tablet, media player o altro ancora che utilizzasse una SD o una microSD ha dovuto pagare una licenza a Microsoft. Se la scelta di FAT32 era perfettamente comprensibile perché era uno standard de facto nell’industria, non altrettanto poteva dirsi di exFAT che veniva utilizzato solo ed esclusivamente da Microsoft.

Windows di default non formatta con FAT32 una memory card SD più grande di 32Gb, ma propone solo NTFS e exFAT (ma il problema si può aggirare con tool di terze parti). In generale, comunque, oltre i 32Gb si tende ad utilizzare exFAT per essere compatibili con qualsiasi sistema operativo, dal momento che NTFS è una prerogativa degli OS Microsoft (anche se viene malamente supportato da Linux e da OSX con un tool di terze parti).

Cosa significa Adoptable storage

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E’ una funzione di Android che consente, utilizzando una scheda di memoria microSD, di guadagnare dello spazio extra da utilizzare per file multimediali come foto, musica o video e trattarli in una maniera del tutto simile ad un pendrive. Il telefono o il tablet non è dipendente in nulla dalla memory card e può operare anche senza di essa. Questo lascia all’utente la completa libertà di estrarre la memory card in qualsiasi momento e utilizzarla su di un PC, per poi reinserirla successivamente quando se ne ha bisogno.

Con Android 6.0 Marshmallow è stata introdotta la possibilità di utilizzare la memory card microSD esattamente come se fosse lo storage interno: dopo aver scelto questa opzione, infatti, viene crittografata e utilizzato come media principale di archiviazione. In tal caso, oltre alle foto e ai video, sarà possibile memorizzarci applicazioni e dati. Si tratta di un notevole passo in avanti, dal momento che il potenziale di memorizzazione di queste memory card nel loro formato più evoluto SDXC possono arrivare fino a 9 Zetabyte.

Cosa significa DLP in un videoproiettore

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Photo by Adrien Olichon on Pexels.com

DLP significa Digital Light Processing ed è stato sviluppato da TI. L’idea dietro a questa tecnologia è quella di utilizzare piccoli specchi su di un chip che direziona la luce. Ogni specchio (mirror) controlla il quantitativo di luce che ogni pixel riceve sull’immagine proiettata (lo specchio ha due stati, acceso e spento). Si aggiorna più volte ogni secondo e se il 50% delle volte lo specchio è acceso, allora il pixel comparirà con il 50% della luminosità. Il colore, invece, è ottenuto utilizzando una ruota di colori fra la sorgente luminosa e gli specchi: attraverso questo processo la luce viene suddivisa in rosso/verde/blue e ogni specchio controlla tutti e tre i raggi luminosi (separati per colore) per quel particolare pixel.

Cosa significa LCoS in un videoproiettore

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Photo by Adrien Olichon on Pexels.com

LCoS significa Liquid Crystal on Silicon. Un proiettore LCoS utilizza un display a cristalli liquidi (LCD) per controllare il quantitativo di luxe che ogni pixel riceve. Ci sono due differenti modalità per ottenere il colore: la tecnologia Color-Filter (CF-LCoS) che utilizza 3 sotto-pixel, ognuno dei quali rappresenta un colore (RGB), e la tecnologia Field-Sequential-Color (FSC) che utilizza un display LCD più veloce con un filtro colore, utilizzato per suddividere l’immagine nei tre colori fondamentali (RGB) in modo sequenziale; il colore si ottiene facendo il refresh del display LCD 3 volte (uno per ogni singolo colore). La sorgente lumionosa per un LCoS può essere un LED o un laser.

Cosa significa Wi-fi

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Il Wi-Fi (acronimo di Wireless Fidelity) è il protocollo wireless di gran lunga più conosciuto ed è uno dei più utilizzati: essendo stato concepito verso la fine degli anni ’90 è lo standard de facto dei PC, laptop, stampanti (e altro ancora) per connettersi a Internet o ad una rete in modalità completamente wireless.

Le varie evoluzioni di questo standard hanno complessivamente aumentato la velocità di connessione a valori superiori ad 1 Gbps (protocollo 802.11ac), ma complessivamente oggi è superato dai più moderni standard 4G e 5G (di cui si sa’ poco) che promettono velocità ormai superiori ai 100 Gbps (completamente teorici).

Complessivamente il protocollo wi-fi è destinato a durare ancora a lungo nel tempo soprattutto come standard utilizzato negli spazi chiusi (a casa o in ufficio), all’interno di locali pubblici (bar, ristoranti, ospedali, scuole) oppure in circoscritte aree all’aperto grazie anche alla sua universalità: un PC, un laptop, un tablet, un convertibile o uno smartphone sono sempre compatibili con le reti wi-fi ed è una sorta di soluzione universale nel mondo delle reti.

Inoltre è particolarmente efficiente dal punto di vista energetico ed è anche ragionevolmente sicuro, soprattutto grazie ai protocolli di cifratura WPA2-PSK, di cui ho parlato già in un altro post: consente non solo la cifratura dei dati scambiati fra router e client, ma anche di gestire in maniera abbastanza sicura gli accessi alla rete.

Il logo del wi-fi è forse uno dei più riconoscibili nel mondo delle reti: tutti lo conoscono e tutti sanno di cosa si tratta. Per questo il wi-fi è il protocollo di rete wireless per definizione.

Cos’è il Bluetooth

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Insieme al protocollo wi-fi, è uno dei protocolli wireless più vecchi e maggiormente utilizzati. Creato agli inizi degli anni ’90 per sincronizzare i dati fra telefoni e altri dispositivi a batteria, il Bluetooth era un protocollo wireless pensato per consumare poco e operare a distanze ravvicinate (massimo 10 metri). Aveva quindi una funzione molto diversa dal wi-fi, anche perché era pensato soprattutto per una connessione peer-to-peer (punto-punto) fra dispositivi. Inoltre la velocità di collegamento in origine era molto bassa (circa 1-2 Mbps), anche se molto stabile.

Grazie alla sua affidabilità, il Bluetooth si è dimostrato un protocollo wireless adattissimo per trasportare la voce: la totalità degli auricolari wireless utilizzano questo standard. Infatti, sin dall’inizio, lo streaming audio era molto efficiente grazie anche ad un algoritmo di compressione dei dati, simile per capirci a quanto realizzato con i file MP3. Per quete ragioni oggi, nella sua declinazione più moderna, il Bluetooth 3.0 e il Bluetooth 4.0, è molto utilizzato per lo streaming audio negli altoparlanti bluetooth e nelle cuffie senza fili.

Le ultime versioni del protocollo, inoltre, migliorano ulteriormente la sua efficienza energetica: per questo è anche molto utilizzato per connettere tastiere e mouse al PC o ai miniPC Android, migliorandone sensibilmente l’autonomia.

Sugli smartphone è una presenza obbligata: diffusissimo per connettersi ai moderni impianti di intrattenimento sulle auto, oltre alle conosciute applicazioni di streaming vocale e audio, il Bluetooth di nuova generazione consente anche la condivisione di Internet dallo smartphone al dispositivo dell’auto.

Non a caso, alcune tecnologie di mirroring del display dello smartphone (Apple CarPlay e Android auto) si affidano a questo protocollo per veicolare ciò che viene trasmesso dal telefono sul display del navigatore della propria auto.

Il Bluetooth seguiterà ad innovarsi ancora per molti anni migliorando consumi e prestazioni, per questo rimarrà una presenza obbligata su dispositivi mobili e non.

Il logo bluetooth è conosciuto ormai universalmente: per tutti significa connessione wireless ad un dispositivo vicino a noi.

 

Cos’è LTE 4G

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Il protocollo LTE (acronimo per la definizione Long Term Evolution) è uno standard di connettività mobile in uso dal 2010: è anche conosciuto come protocollo 4G, ma si tratta sempre e comunque della stessa tecnologia semplicemente chiamata in altro modo. E’ nato per aumentare in maniera sensibile la banda messa a disposizione dal protocollo 3G, migliorando anche la qualità delle conversazioni vocali e la rapidità di passaggio della connessione da un’antenna all’altra.

Inizialmente pensata per garantire connessioni a internet superiori a 100 Mbps, grazie alla rapida evoluzione di questa tecnologia LTE promette di raggiungere entro pochi anni velocità superiori ai 300 Mbps.

Si tratta sempre e comunque di valori teorici che molto di rado sono effettivamente raggiungibili sulle reti italiane: l’operatore H3G attualmente vanta una delle reti più affidabili, ma raramente si avvicina al valore teorico di 100 Mbps. Vodafone in molte città italiane ha introdotto le connessioni LTE da 300 Mbps, ma si tratta di poche realtà e molto circoscritte. In genere, comunque, su una rete LTE oggi si viaggia abbastanza frequentemente intorno ai 20-30 Mbps, valori comunque ragguardevoli e in grado di sopportare anche carichi di lavoro intensi, come lo streaming video.

Per meglio orientarsi sulla comprensione del concetto di “classe” di connessione, occorre premettere che le reti LTE funzionano aggregando più canali contemporaneamente per migliorare la velocità di collegamento. Ogni dispositivo quindi è categorizzato in base ad una classe di appartenenza per la sua capacità di aggregare un certo numero di canali e spuntare quindi velocità teoriche superiori. Come spiegato su questo post di AndroidWorld, le velocità teoriche ottenibili si calcolano da un minimo di 10 Mbps (classe 1) fino ad un massimo di 16 Gbps (classe 16).

 

Differenza fra reti mobili (1G, 2G e 3G)

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Il protollo di reti mobili 3G significa “terza generazione” ed è ormai diffuso sin dai primi anni di questo secolo. Ha soppiantato i due precedenti standard:

  • 1G è stato il primo standard usato dalle reti cellulari (conosciuto anche come ETAC): era uno standard solo analogico pensato soprattutto per la voce. Non poteva connettersi ad Internet in contemporanea e aveva velocità di connessione molto basse (9600 bps, una frazione infinitesimale rispetto ad oggi)
  • 2G è stato lo standard più largamente utilizzato negli anni ’90. Nasceva come protocollo digitale per trasmettere voce, dati e SMS (Shot Message Service). Alcuni cellulari ancora sfruttano questo anziano protocollo di rete, che ancora però non consentiva di trasportare dati simultaneamente alla voce. In ogni caso ci si poteva connettere alla rete grazie al protocollo GPRS, in grado di garantire modestissime connessioni a 56Kbps.
  • 2.5G o Edge è stato un passaggio intermedio nel mondo delle connessioni mobili. Consentiva il simultaneo trasporto dei dati e della voce ma a velocità davverso basse (233 Kbps ottenuti aggregando più canali GPRS contemporaneamente). Paradossalmente, nonostante la sua inefficienza, è ancora utilizzato oggi: basti pensare che la rete di H3G per lungo tempo si è poggiata sulla rete di TIM utilizzando questo anziano protocollo.

Venendo quindi allo standard 3G, si può dire con certezza che è il protocollo di rete mobile di gran lunga più utilizzato nel mondo, garantendo ancora oggi una ragionevole velocità di connessione (che può variare dai 3 Mbps originari fino a circa 21 Mbps raggiunti dalle sue più moderne evoluzioni HSDPA e HSDPA+).

Con l’introduzione del 3G, conosciuto anche come UMTS, si è correttamente cominciato a parlare di banda larga nel mondo delle connessioni mobili. Gran parte del successo ottenuto dagli smartphone di nuova generazione è stato proprio grazie alla disponibilità di una connessione a Internet abbastanza veloce e stabile su cui poggiare tutta una gamma di servizi che oggi diamo per scontati.

Grazie alla sua efficienza, alla capacità cioè di passare il segnale da un’antenna all’altra, è il protocollo ideale per la mobilità: si può usare in treno ad altissima velocità, in macchina o semplicemente camminando per strada garantendo non solo il proseguimento di una semplice chiamata vocale, ma anche una stabile connessione alla rete.

Nonostante la diffusione delle reti 4G, le reti 3G rimarranno lo standard de facto delle connessioni mobili ancora per molti anni.

Le reti 3G rimarranno ancora per molti anni la tecnologia più diffusa per connettersi a Internet in mobilità.

 

Power Bank solare: ecco i migliori modelli

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Non sono un giocattolino i caricabatterie ad energia solare, come ho avuto già modo di spiegare in un mio precedente post. Quest’anno, infatti, sono numerosi i modelli usciti in produzione che dimostrano di aver perfezionato (e non poco) questa tecnologia che diverrà sempre più efficiente nei prossimi anni.

Chiamati a soddisfare un pubblico di nicchia, amante della vita all’aria aperta o costretto, per esigenze lavorative, a dover far conto su fonti di energia rigenerabile, i Power Bank ad energia solare sono calati sempre più di prezzo. Oggi, rispetto ad un tradizionale Power Bank, costano un buon 30/40% in più e, ovviamente, ancora non riescono ad essere equivalenti in termini di prestazioni. Tuttavia, volendoli invece considerare dei dispositivi di emergenza, da utilizzare in condizioni particolari, dimostrano che con un po’ di pazienza (e tempo a disposizione), sono in grado di alimentare anche gli smartphone di ultima generazione.

I modelli proposti nella rassegna sono dotati tutti di un pannello solare (pieghevole o fisso) collegato ad un Power Bank per immagazzinare l’energia prodotta. Sono tutti modelli pensati per essere strapazzati, quindi resistenti agli urti e, soprattutto, alla pioggia e all’acqua. Lasciati infatti a svolgere il loro compito alle intemperie, come sanno bene gli appassionati di montagna, le condizioni atmosferiche possono cambiare rapidamente: un acquazzone non deve essere in grado di rovinare questi Power Bank.

Poco più grande di uno smartphone, un Powerbank solare portatile è un utile strumento di ricarica quando non c’è la rete elettrica

Infine, anche sul fronte dei prezzi, i modelli introdotti prima dell’estate hanno registrato un consistente abbattimento dei prezzi: segno che il gradimento del pubblico e la produzione su larga scala aiutano ad abbassare notevolmente i prezzi.

Con queste esigenze e caratteristiche in mente, ho selezionato una rassegna di modelli di Power Bank solari, in grado di soddisfare le particolari esigenze di questo tipo di utenza.

I migliori power bank a energia solare

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Cos’ è un Powerbank solare

L’introduzione dei Powerbank ad energia solare è tra le migliori soluzioni di immagazzinamento di energia negli ultimi anni. Grazie a loro, non si deve avere più paura di esaurire l’energia in un momento critico oppure preoccuparsi che i dispositivi elettrici si spengano all’improvviso e nei momenti meno opportuni. Continua a leggere per scoprire cos’è Un Powerbank ad energia solare e perché dovresti prenderne in considerazione l’acquisto.

Un Powerbank ad energia solare è un dispositivo di accumulo dell’energia che ottiene energia dal sole e la utilizza per caricare/alimentare vari gadget elettronici, come telefoni, tablet, computer portatili, torce, lampadine, televisori, ecc.

Di solito sono dispositivi portatili abbastanza per essere portati in giro quando se ne abbia effettivamente necessità, ma alcuni sono piuttosto grandi e quindi devono essere posizionati in un punto d’appoggio. I Powerbank solari sono disponibili in varie capacità (di solito tra 1.000 e 50.000 mAh) e hanno un design adatto a soddisfare tutte le esigenze individuali.

La caratteristica principale di un Powerbank ad energia solare che lo rende unica è che finché c’è la luce del sole, anche solo un po’, attingerà ed immagazzinerà energia. La potenza accumulata durante la presenza della luce diurna viene quindi immagazzinata per un utilizzo successivo. Alcuni piccoli Powerbank ad energia solare consentono di caricare la batteria incorporata sia con il sole sia con l’elettricità normale.

Perché usare un Powerbank solare?

1. Eco-compatibilità

La terra sta già combattendo tanti pericoli ambientali e il riscaldamento globale è il problema più evidente di oggi. Utilizzando l’energia solare, risparmierai energia, riducendo così la tensione sulla madre terra. Questo perché l’energia solare è priva di inquinamento, è pulita, è energia rinnovabile. Il suo utilizzo non favorisce l’emissione di gas serra, a differenza della normale energia elettrica prelevata dalla rete (almeno in parte); invece, si sta solo intercettando la luce del sole.

2. Energia disponibile sempre

Quasi tutti hanno sperimentato quelle situazioni in cui si rimane senza energia in un momento critico. È possibile che tu stia tentando di effettuare una chiamata di emergenza o che il tuo telefono si spenga nel momento in cui stai cercando di attivare il GPS per orientarti in una zona che non conosci. Purtroppo, potresti essere lontano da un punto di ricarica e non avere elettricità nella tua posizione. Potresti essere in un rifugio in montagna senza alcun segno di elettricità. Avere un Powerbank ad energia solare ti aiuterà a rimanere connessi e gestire meglio potenziali situazioni di emergenza.

3. Risparmiare denaro nel lungo periodo

Se si dispone di parecchi gadget elettronici, la probabilità di pagare bollette elettriche elevate è alta. Beh, questo può cambiare quando si opta per Un Powerbank ad energia solare. Dal momento che non si utilizza l’elettricità normale della rete elettrica in modo intensivo, la bolletta si ridurrà; dopo tutto, non si paga per la luce del sole.

Come funzionano i powerbank solari

Un Powerbank di qualsiasi tipo può essere definito come un dispositivo di stoccaggio dell’energia portatile in grado di fornire energia dalla sua porta USB integrata. Ora, un Powerbank ad energia solare non è molto diverso da quelli ordinari: la differenza principale è che si tratta di un’unità di accumulo solare che produce la sua energia dalla luce solare direttamente. 

La maggior parte dei Powerbank ad energia solare sono progettati per essere una fonte portatile di energia. Anche se ci sono più soluzioni più grandi di accumulo dell’energia tipo un pannello fotovoltaico alimentato dal sole, quelle più comunemente utilizzate e oggetto di questo articolo sono piccole e compatte fonti di energia rinnovabile. 

Conservano l’energia del sole utilizzando piccoli pannelli solari e quindi convertono la loro energia solare in energia immagazzinata nel pacco batteria. Questa batteria può quindi essere utilizzata per caricare altri dispositivi come un telefono cellulare o un tablet. Di solito, il punto di connessione sarà tramite un cavo USB, ma su grandi Powerbank in stile pannello fotovoltaico, comprenderà più opzioni di uscita. 

Ricarica 

Il tempo impiegato dal tuo Powerbank ad energia solare per ricaricarsi e quanto tempo durerà mentre sta caricando uno dei tuoi dispositivi varierà a seconda del modello, a seconda della capacità della batteria e del metodo utilizzato per ricaricare il power bank. Un’osservazione generale che può essere fatta è che maggiore è la capacità della batteria, più tempo ci vorrà per raggiungere una carica completa. 

Detto questo, i produttori hanno elaborato una semplice equazione per consentire intervalli stimati di tempo di carica:

Tempo di ricarica = (capacità della batteria) / (alimentazione del pannello solare)

Quando si acquista un powerbank ad energia solare, il produttore avrebbe già dovuto fare questo lavoro di test per voi. All’interno della confezione o sul sito web dell’azienda produttrice, tutte le loro soluzioni ad energia solare dovrebbero riportare la stima dl tempo necessario per caricarsi tramite pannello solare e presa di corrente. 

Quindi, a seconda del pannello solare utilizzato per caricare un power bank da 20000mAh, i produttori generalmente pubblicano l’intervallo di tempo richiesto di 60-70 ore come tempo di carica circa ad energia solare a confronto con le 5-6 ore di ricarica su una presa di corrente. Ora, dobbiamo anche ricordare che l’intensità della carica sarà determinata dal clima e dalle condizioni meteorologiche. Quindi, se non è una giornata di sole, sarà difficile ottenere un risultato paragonabile. 

Dal momento che la previsione della quantità effettiva di tempo che ci vorrà per caricare tramite un pannello solare è così variabile, se si dispone di un powerbank ad energia solare più grande, si potrà fare affidamento su per un certo numero di giorni o per un viaggio che si sta intraprendendo; si consiglia di caricare il powerbank tramite presa di corrente prima di partire. Ciò garantirà che il tuo power bank abbia una carica completa fin dall’inizio, e quindi puoi lasciarla collegata alla tua fonte di energia solare quando sei fuori rete. 

Mantenimento della carica

La durata della carica completa del power bank dipenderà dalla capacità della batteria e dalla quantità utilizzata dai dispositivi collegati. Se lo si utilizza rigorosamente per caricare uno smartphone una volta al giorno, la batteria durerà molto più a lungo rispetto a quando viene utilizzata per caricare più dispositivi contemporaneamente per tutta la giornata. 

Se si prevede di utilizzare il Powerbank per più giorni, è necessario tenerlo in carica  tramite pannello solare per tutta la giornata. Ciò gli consentirà di continuare a trattenere una carica sufficiente per tutta la durata del viaggio.

Capacità di ricarica di un Powerbank ad energia solare

La maggior parte dei Powerbank ad energia solare portatili non possono essere utilizzati per la ricarica ad alta potenza e per troppe ore di seguito. In particolare, la portabilità di un power bank è uno dei motivi per cui le persone li hanno accolti così bene. Questo è comprensibile, perché la maggior parte delle persone preferisce qualcosa che si possa portare in giro facilmente. Questo è il motivo per cui i grandi Powerbank ad energia solare devono essere stazionati in modo permanente o temporaneo in una posizione specifica.

È possibile utilizzare un Powerbank ad energia solare di grandi dimensioni nella vostra casa accanto all’elettricità normale. Bene, se il vostro Powerbank solare è di capienza super elevata, potete persino considerare di rimanere distaccati dalla rete elettrica. In questo modo, non dovreste più pagare le bollette della luce.

Coloro che vivono in zone rurali senza elettricità possono facilmente installare un grande pannello solare in casa e ottenere energia fintanto che il loro dispositivo di energia solare immagazzina energia dal sole. Se hai solo bisogno di ricaricare piccoli dispositivi come uno smartphone, i piccoli Powerbank sono invece il tuo punto di riferimento.

Sono abbastanza portatili da entrare in una piccola borsa, nella valigia o anche nella tasca dei pantaloni. Ciò significa che puoi facilmente impiegarli nei casi in cui sei a corto di energia.

Anche se molti piccole Powerbank ad energia solare conservano meno energia, potrebbero ancora essere in grado di caricare adeguatamente uno o più dei tuoi dispositivi al massimo. La capacità dei powerbank ad energia solare dipende anche dalla marca, dal singolo modello e dalla qualità del prodotto che si sceglie. 

Durata di ricarica dei powerbank ad energia solare

Ci sono diversi fattori che determinano la durata di ricarica di un Powerbank ad energia solare. In primo luogo, la capacità di un Powerbank ad energia solare influenzerà la velocità di ricarica. Di solito, un Powerbank solare da 1.000 mAH si carica più velocemente di un Powerbank da 10.000 mAH.

Questo sta iniziando a cambiare, però, perché la maggior parte dei produttori al giorno d’oggi producono Powerbank solari ad alta capacità che si caricano altrettanto velocemente.

Il tempo può anche influenzare la durata di ricarica del vostro Powerbank ad energia solare. Il tuo power bank si caricherà più velocemente in una giornata di sole rispetto, invece, ad una giornata nuvolosa o piovosa. Nei giorni nuvolosi o piovosi, il tuo Powerbank ad energia solare si caricherà più lentamente del solito a causa dell’invisibilità del sole.

Infine, il marchio e il modello della banca di energia solare che acquisti può influenzare la sua velocità di ricarica. I prodotti di alcuni marchi sono più efficienti e tecnologicamente avanzati rispetto ad altri, il che si riflette sulla velocità di ricarica. Questo è il motivo per cui un Powerbank ad energia solare A e B di due marche diverse potrebbero caricarsi a velocità diverse.

I powerbank ad energia solare valgono la pena?

Al giorno d’oggi ci troviamo con un’elettronica sempre più portatile, miniaturizzata e tascabile. Alcuni elementi come un telefono o un computer portatile sono ormai indispensabili e spesso, quando si viaggia o anche solo ci si sposta quotidianamente, abbiamo bisogno di un modo per caricare il tutto. I Powerbank ad energia solare e i caricabatterie solari sono diventati sempre più popolari tra i professionisti del settore e per chi conduce una vita avventurosa all’aperto. Quindi, si pone la domanda: i powerbank ad energia solare valgono la pena? 

In breve, i powerbank ad energia solare e i caricabatterie solari portatili offrono una certa convenienza per il consumatore. Sebbene siano efficienti dal punto di vista energetico, potrebbero non essere sempre una scelta che consenta di risparmiare denaro. Quindi, il loro valore dipenderà in gran parte dalla loro applicazione e dalle preferenze dei consumatori.

L’energia solare nel suo complesso è cresciuta in popolarità e le applicazioni dei sistemi solari sembrano praticamente infinite. Tra i vari comodi sistemi domestici portatili e completamente autonomi dalla rete, ci sono una serie di considerazioni da tenere in considerazione quando si decide se un powerbank ad energia solare è un acquisto. 

Decidere se un Powerbank solare valga la pena per voi dipenderà da alcune cose relativamente importanti. Sarà necessario comprenderne l’efficienza energetica, il costo complessivo e la durata della batteria. Quindi, dovresti chiarirti le idee considerando quando e perché utilizzerai un power bank.

L’efficienza del tuo Powerbank ad energia solare dipenderà dalla qualità complessiva del dispositivo che acquisti. I due fattori principali che influenzeranno l’efficienza del vostro Powerbank ad energia solare sono la capacità della batteria e le corrette specifiche del pannello solare. Questo ti aiuterà anche a determinare quale sistema di alimentazione si adatti meglio alle tue esigenze. 

Qui menzionerò alcuni modelli grandi di Powerbank ad energia; tuttavia, l’attenzione sarà soprattutto sui sistemi portatili. Se stai cercando di investire in un sistema abbastanza grande per alimentare una casa o per disconnetterti dalla rete elettrica, molte delle informazioni qui sono applicabili, ma non sono specifiche per un sistema così grande. 

Costo di un Powerbank ad energia solare

Come con la maggior parte dei dispositivi elettronici sul mercato, sembrerebbe che più soldi si spendono in anticipo, più a lungo l’articolo durerà. Ora, questo non è sempre vero, ma quando si tratta di investire in un Powerbank ad energia solare, è necessario cercare ad ogni costo la qualità del prodotto.

Maggiore sarà la capacità della batteria e più ottimizzata sarà l’uscita di energia del pannello solare, quindi più costoso sarà il sistema. Oltre alla capacità della batteria, anche il marchio e la tecnologia del pannello solare influiranno sul costo. 

Entro la gamma di 10.000-20.000mAh per la capacità della batteria del Powerbank, il prezzo sarà compreso tra 20 e 60 Euro. Se sei alla ricerca di una capacità superiore a 20.000mAh, allora dovrai rivolgerti ad un dispositivo dal costo più elevato. Per quanto riguarda i Powerbank ad energia solare da viaggio compatti, dovresti essere in grado di avere un prodotto di buona qualità per 60 Euro o meno. 

Ora, se sei alla ricerca di un Powerbank solare di tipo “generatore” o di una piccola centrale elettrica portatile, allora probabilmente spenderai tra i 200 e i 3.000 Euro. Alcune marche, come GoalZero, offrono dei modelli di generatori elettrici che sono progettati per funzionare con la potenza di un generatore a benzina, ma sono invece caricati ad energia solare.

Tutto sommato, il costo della vostra fonte di energia solare dipenderà soprattutto da te. Se stai solo cercando un’opzione da viaggio semplice e conveniente, non dovrai spendere più di 60 Euro. Tuttavia, se sei alla ricerca di una fonte di alimentazione di riserva o qualcosa da portare nei lunghi viaggi in campeggio o in auto, allora una piccola centrale elettrica portatile più grande rispetto ad un Powerbank solarew può essere un investimento migliore. 

Cosa posso caricare un Powerbank energia solare?

Poiché lo scopo principale dell’energia solare è quello di avere una fonte di energia ovunque ci si trovi, la batteria deve essere abbastanza piccola da poter essere facilmente trasportata. Con questo in mente, più piccola è la batteria, minore sarà l’accumulo di energia che avrà. 

Tutti i modelli di sistemi solari portatili sono un po’ diversi in termini di dimensioni e capacità di potenza, ma per la maggior parte dei casi, un Powerbank ad energia solare portatile sarà in grado di caricare:

  • Tablet
  • Smartphone
  • Computer portatili
  • Videocamere
  • Sistemi GPS
  • Cuffie
  • Radio portatili e/o altoparlanti
  • Altri Powerbank non solari

Alcuni dei più grandi sistemi solari di tipo “generatore” avranno la capacità di gestire piccoli elettrodomestici, e potranno anche essere utilizzati come back-up per gli oggetti domestici. Ciò che puoi caricare con il tuo Powerbank sarà determinato da quanta energia può immagazzinare in qualsiasi momento. 

Quanta energia verrà risparmiata?

A meno che non si preveda di installare un sistema di energia solare per tutta la casa, allora non ci sarà un risparmio di una quantità esponenziale di energia utilizzando un Powerbank ad energia solare portatile. Anche se tutti i dispositivi elettrici consumano una certa quantità di energia, i dispositivi più piccoli come telefoni e tablet consumano meno rispetto a tutti gli elettrodomestici che consumano energia nelle nostre case. 

I sistemi portatili di energia solare e di accumulo sono stati inizialmente progettati per scopi di emergenza e per applicazioni in zone rurali o montane oppure ovunque non sia presente la rete elettrica. Questi sistemi non sono stati progettati per alimentare grandi reti elettriche o anche per essere utilizzati troppo spesso in generale. 

Durata media dei Powerbank solari 

Ora, non sto parlando di quanto durerà la carica, ma di quanto la batteria stessa resisterà nel tempo. Ancora una volta ci sono diverse variabili da e quanto tempo durerà il tuo Powerbank solare sarà in gran parte determinato da quanto spesso lo si utilizza, da quanta cura avrai per esso, dal tipo di batteria e dalla qualità produttiva delle attrezzature. 

È anche importante notare che i sistemi di alimentazione portatili molto probabilmente dureranno più a lungo delle batterie solari utilizzate per alimentare una casa. Con un sistema solare progettato per alimentare una casa intera o un piccolo fabbricato, una famiglia media dovrà sostituire il sistema di accumulo della batteria entro 5-15 anni. Ciò è alquanto preoccupante a causa del fatto che l’impianto fotovoltaico (impianto PV) dura solitamente almeno 30 anni.

Se si deve sostituire un Powerbank che viene utilizzato quotidianamente, allora si potrebbe supporre che ci vorranno un certo numero di anni oltre al totale di durata stimato prima di dover richiedere la sostituzione del Powerbank solare. Se si deve utilizzare un Powerbank ad energia solare ogni giorno, allora dovrai probabilmente sostituirlo entro 5-15 anni di tempo, ma sarà l’elettronica probabilmente a guastarsi prima. 

Alcune aziende avranno determinate specifiche per quanto riguarda la sostituzione delle batterie di un sistema solare. Segui sempre attentamente le linee guida del produttore per quanto riguarda la cura e la durata della batteria. 

Powerbank ad energia solare a confronto con un caricabatterie solare

Quando si cerca un Powerbank ad energia solare online, probabilmente si incontreranno anche i caricabatterie solari. Sebbene la loro funzione sia in qualche modo simile, servono per scopi diversi complessivamente. Un caricabatterie solare è semplicemente questo: un caricabatterie. Quando si collega il dispositivo a un caricabatterie solare, questo deve essere esposto alla luce solare diretta per caricare la batteria del dispositivo. 

Un Powerbank ad energia solare, d’altro canto, è in grado di immagazzinare l’energia raccolta nella sua batteria personale. Ciò consente di caricare il Powerbank al sole e di avere una fonte di alimentazione completamente carica, indipendentemente dall’ora del giorno. 

La maggior parte dei Powerbank ad energia solare non gestiscono esclusivamente l’energia solare. Di solito sei in grado di caricarli con una forma alternativa di energia. Il sistema di ricarica solare che si collega al Powerbank ad energia solare è di solito una comodità o un’opzione di emergenza. 

Scegliere il Power Bank giusto per il tuo dispositivo

Ci sono una serie di fattori che devono essere considerati quando si decide quale opzione di acquisto sia da scegliere. In primo luogo, è necessario determinare ciò che si utilizzerà per caricare e come si prevede di caricare il Powerbank. 

Suggerimenti per la scelta del Powerbank di energia solare giusto per le vostre esigenze: 

  • Capacità della batteria
  • Specifiche del pannello solare
  • Portabilità
  • Porte di ricarica
  • Tipo di batteria
  • Ulteriori funzionalità
  • Capacità della batteria

Quando si parla della capacità della batteria nel contesto di un Powerbank ad energia solare, stiamo parlando della quantità di energia che può essere immagazzinata. Quando si fa riferimento alla capacità della batteria, l’energia immagazzinata nel Powerbank viene solitamente indicata in mAh (Ampere-Hour) o Wh (Watt-Hour).

Un problema con la misurazione della capacità della batteria in mAh è che questa unità di misura è progettata per dirci quanta potenza la batteria può erogare in un dato momento. Questo è un problema perché di solito siamo alla ricerca della giusta quantità di energia quando il dispositivo che stiamo caricando si sta scaricando. Nel complesso, più alto è il numero di mAh sul Powerbank, più volte sarete in grado di caricare completamente un dispositivo al massimo. 

La tabella seguente fornisce una breve panoramica della capacità della batteria in mAh e della effettiva capacità di ricarica. 

1000 mAh.Cosa può caricare
< 3000 mAhUno smartphone
3000 – 10.000 mAhTelefoni e tablet 
> 10.000 mAhTelefono, tablet, laptop e altri piccoli dispositivi elettronici

Come si può vedere dalla tabella sopra, una capacità della batteria inferiore ai 3000 mAh sarà sufficiente per caricare il telefono una sola volta, e a volte potrebbe anche non caricare completamente il telefono stesso. Sapere in anticipo con cosa si desidera utilizzare il Powerbank aiuterà a determinare quale scegliere e anche se sarà un investimento utile in tutte le condizioni di utilizzo. 

Specifiche del pannello solare

Mentre praticamente tutti i sistemi Powerbank solari possono essere caricati con una presa di corrente standard, l’attrazione principale è che non devi dipendere completamente dalla rete elettrica. Puoi immagazzinare energia usando il sole! 

Nel determinare la qualità dei tuoi pannelli solari, devi esaminare entrambe le celle del pannello in rapporto al formato del pannello. Potrebbe apparire che la dimensione del pannello debba essere l’unica preoccupazione, in quanto un pannello più grande dovrebbe garantire il fatto che può raccogliere più sole, ma non è sempre così. 

Analizza le specifiche di tutti i pannelli solari che stai considerando. Scoprirai qual è la potenza erogata e l’efficienza generale nel raccogliere e convertire l’energia solare. Come con un Powerbank, a volte è necessario pagare solo un po’ di più per ottenere la massima efficienza. 

E’ anche importante considerare quanto grande sia il Powerbank che si sta caricando tramite pannelli solari. Se è semplicemente una fonte di energia per il tuo telefono durante i viaggi del fine settimana, i tuoi pannelli solari saranno piccoli e compatti. Considerando pannelli che sono destinati ad alimentare una batteria che può far funzionare un frullatore o un piccolo frigorifero, avrai bisogno di un pannello più grande per raccogliere più luce solare possibile. 

Portabilità del sistema

Una volta che si sa con che cosa si desidera utilizzare il tuo Powerbank ad energia solare, sarà necessario considerare quanto debba essere portatile. Se lo si desidera rigorosamente solo per viaggi zaino in spalla in cui è necessario caricare il tuo GPS, allora sarai alla ricerca di qualcosa di leggero per cui i pannelli siano agganciati alla cinghia dello zaino durante le escursioni. 

Se sei alla ricerca di una fonte di alimentazione in campeggio, in auto o anche una fonte di energia per un camper, allora sari alla ricerca di qualcosa che si può spostare in giro, ma che non ci si aspetta di portare con sé a mano. Molti dei Powerbank di potenza e capacità superiore avranno la dimensione o saranno appena leggermente più grandi di una batteria per auto.

È anche importante ricordare che qui stiamo parlando dell’intero sistema ad energia solare, non solo della batteria. Alcuni pannelli solari sono pieghevoli, o alcuni dei Powerbank più piccoli avranno dei pannelli integrati sulla batteria. Come accennato in precedenza, questo dipenderà dalle esigenze del consumatore, ma tieni presente cosa intendi fare e se quel sistema di Powerbank nel suo complesso sia adatto alle tue esigenze. 

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Porte di ricarica

Come per la capacità della batteria e per la portabilità, il numero di porte di ricarica di cui hai bisogno dipenderà da te. Se vuoi essere in grado di caricare più telefoni o tablet alla volta, cerca un Powerbank che abbia più porte USB. 

Alcuni Powerbank più grandi consentiranno una certa varietà di opzioni di plug-in che vanno dalla singola USB, con poli di uscita standard, o anche con un’opzione ausiliaria. Questi Powerbank sono più adatti per le persone in cerca di un back-up per la casa e per le emergenze o per famiglie in cerca di una soluzione di campeggio comunque spesso lontani dalla rete elettrica. 

Tipo di batteria

La maggior parte delle batterie dei Powerbank ad energia solare oggi sul mercato sono a polimeri agli ioni di litio. Ci sono variazioni, come una batteria al piombo-acido o acqua salata. I fattori principali da considerare quando si decide il tipo di batteria del sistema solare è la profondità di scarica e la durata complessiva della batteria stessa. 

La profondità di scarica si riferisce alla quantità di capacità di accumulo completa della batteria che può essere utilizzata o scaricata. È un metodo alternativo utilizzato per indicare lo stato di carica della batteria. 

Le batterie al piombo sono una soluzione solare “off-grid” più tradizionale. L’attrazione principale che hanno è che avranno generalmente una profondità di scarica inferiore e una durata di vita più breve rispetto ad altre opzioni di batteria. Una batteria al piombo-acido, di solito, sarà solo una scelta valida quando si sta cercando di convertire l’intero sistema energetico domestico al solare, e può essere una buona scelta per i proprietari di case con un budget limitato quando si ricorre all’energia solare, in quanto sono la soluzione di stoccaggio meno costosa. 

Le batterie ad acqua salata sono più spesso una soluzione solare “fai da te” fatta in casa. E’ considerato un sistema appena arrivato nel settore dello stoccaggio di energia solare, solo perché hanno appena iniziato ad essere disponibili sul mercato. Poiché si basano rigorosamente su elettroliti di acqua salata, non ci sono metalli pesanti, il che lo rende un’opzione più ecologica. La mancanza di metalli pesanti le rende facili da riciclare, a differenza dell’acido di piombo e degli ioni di litio. Il più grande inconveniente è che dal momento che sono una tecnologia più recente, non ci sono così così tanti dati disponibili sulla loro efficacia e longevità. 

Le batterie ai polimeri di ioni di litio saranno le batterie più comuni che si possono trovare in giro quando si cerca un sistema portatile di Powerbank solare. Se non è una batteria ai polimeri di litio, allora sarà una sorta di composizione chimica agli ioni di litio. Una batteria ai polimeri di ioni di litio avrà una durata maggiore e una maggiore profondità di scarica rispetto ad altri tipi di batteria. La loro efficacia le rende una scelta di batteria più costosa, ma pagherai di più per la sua qualità. 

Ulteriori funzionalità

Altre caratteristiche che spesso vale la pena prendere in considerazione quando si acquista un Powerbank ad energia solare comprendono:

  • Durata
  • Luci a LED
  • Design estetico
  • Clip, ganci e cerchi per appenderle
  • Opzione del pannello pieghevole
  • Impermeabilità o resistenza all’acqua
  • Cavi e adattatori inclusi 

Quando si acquista un nuovo gadget, si può arrivare a considerare anche piccoli dettagli che possono fare la differenza.

Conclusione

Un Powerbank ad energia solare è un dispositivo innovativo che troverai altamente vantaggioso purché si acquisti un modello di alta qualità. Le batterie solari sono convenienti, rispettose dell’ambiente, economiche e rappresentano una fonte di alimentazione affidabile per tutti i tuoi dispositivi elettronici. Soprattutto, ti aiuta a rimanere connesso in qualsiasi momento, ovunque e in viaggio!